Capitolo 4. IL PRIMO INCONTRO

di Domenico Calabrese

…un Compsognathus, uno dei dinosauri più piccoli, grande come una gallina ma più magro e senza piume. Faceva degli strani guaiti di dolore, perché era ferito ad una zampa, stava sanguinando, forse era stato attaccato da un dinosauro più grande. Era strano che fosse solo, perché di solito sono in gruppo, quindi forse dopo l’attacco si erano sparpagliati e ora non erano più insieme. Comunque non lo potevamo lasciare lì perché non sarebbe sopravvissuto a lungo con una zampa ferita. Lo prendemmo con noi e lo portammo nel nostro rifugio. Quando ci avvicinammo al fuoco si lamentava e guaiva: forse non lo aveva mai visto. Lo fasciai mentre Gianni lo teneva fermo perché era agitato. Dopo averlo fasciato lo tenemmo stretto a noi, abbracciandolo e facendolo sentire al sicuro. Poi ci addormentammo tutti e tre insieme.

Il mattino dopo ci svegliammo con i primi raggi del sole, io mi svegliai per primo, perché il piccolo dinosauro mi era salito di sopra mordicchiandomi il braccio: probabilmente aveva fame. Con due spintarelle svegliai Gianni che non ne voleva sapere di alzarsi: si svegliò per pochi secondi e si riaddormentò. Tentai di svegliarlo di nuovo ma lui faceva strani versi, probabilmente non gli piaceva svegliarsi presto, allora dissi: “Giovanni! Un tirannosauro!”. Lui balzò svegliandosi e sbattendo la testa contro il rifugio, ma come se non fosse successo nulla disse assonnato: “Dove!?”. Ridendo dissi: “Da nessuna parte, scemo!”. “Non sei divertente, mi sono fatto male!”. Gli dissi: “Dai, scendi che facciamo colazione e anche il piccoletto ha fame”. Facemmo colazione e bevemmo un po’ d’ acqua, demmo da mangiare anche al piccolo dinosauro, al quale piacquero molto il salame e il prosciutto presi dai panini che ci eravamo portati dietro. Dissi a Gianni: “Dobbiamo dare un nome a questo piccoletto, pensiamoci su”. Proponemmo dei nomi improbabili finché nn trovammo il nome perfetto: Paco. Si addice ad un dinosauro, suona bene: Paco il dinosauro. La ferita di Paco era ancora aperta, quindi non potevamo partire. Dopo che facemmo colazione rifeci la fasciatura di Paco, aggiungendo una stecca per farlo camminare un po’ meglio, anche se non avrebbe potuto percorrere grandi distanze.