La ragazza con l’arco

a cura di Teresa Moschella

E un giorno mi ritrovai in una cesta dei panni in mezzo ad un lago, dopo un po’ di ore arrivai in un bosco molto scuro dove c’era nessuno che mi potesse aiutare. Ma anche se non ero molto coraggiosa, scesi dalla cesta e cominciai a camminare per il bosco cercando qualcosa da mangiare e dove ripararmi per la notte.

Trovai un cespuglio di bacche commestibili (riconobbi subito che si potevano mangiare perché me lo insegnò mio padre prima di morire) e cominciai a mangiarle, dopo mi addormentai sotto un albero coperta da uno straccio preso dalla cesta.  Quando mi svegliai mi misi subito in cammino per trovare un villaggio. Lo trovai: era molto grande, le case erano fatte di legno e la gente era gentile con me. Mentre facevo un giro tra le case incontrai un falegname, che vedendomi, mi chiese: – Fanciulla, da dove viene? – Io allora risposi con la voce tremante: – Vengo da un regno molto bello, però governato da persone molto cattive, così mia mamma mi ha fatto scappare per salvarmi – Il signore, dispiaciuto per ciò che mi era accaduto, mi costruì un arco per difendermi. Ringraziai il signore e andai in una piccola casetta dove abitare.

Dopo cinque anni, il giorno del mio compleanno nel mio villaggio si sentirono delle urla forti. Io preoccupata per il villaggio, uscii con l’arco per difenderlo. Scagliai molte frecce, ma degli uomini mi catturarono. Mi ritrovai in una caverna, legata ad una roccia però mi accorsi che tutti gli uomini erano a terra e davanti a me c’era solo un ragazzo tutto incappucciato che mi slegò e mi portò nella sua casetta o meglio una casa sull’albero, lì si tolse il cappuccio e prima che io potessi dire una parola mi disse: – Io ti conosco, tu sei Charlie, ti vedo sempre al villaggio e tutti dicono che sei straordinaria con l’arco. – Io risposi: – Sì, sono io, ma perché mi hai portata qui? – E lui mi disse che c’è un tesoro sull’isola e che con la nostra bravura lo avremmo trovato. Io accettai e partimmo quel giorno stesso. Affrontammo molti pericoli, io con l’arco e con quel ragazzo ero invincibile. Arrivati fuori dalla caverna c’era un gufo che ci disse: – Se volete entrare, un indovinello dovrete saper fare. Che cos’è quella cosa che non ha le ruote ma si muove lo stesso? – Io risposi senza perdere tempo ma riflettendo: – Una persona! – E il gufo volò via. Noi entrammo nella caverna e trovammo il tesoro. Così si concluse il nostro viaggio e da lì io e il ragazzo diventammo migliori amici.