Un amore infinito

di Antonella Lombardo

Nel 1877 un giovane poeta francese si scontrò con una bellissima ragazza misteriosa ma prima ancora che il ragazzo le dicesse una parola, la ragazza misteriosa se ne andò correndo. Il giovane Arthur iniziò a scrivere una poesia dedicata a quella ragazza con i capelli lunghi rosso acceso e occhi azzurri con il mare, la quale provava dei sentimenti. Appena finì di scrivere la poesia se ne andò al cimitero per portare dei fiori alla povera madre, ormai deceduta da quando Arthur aveva solo tre anni e al padre deceduto quando aveva 12 anni. Nel tragitto per ritornare a casa Arthur vide la ragazza e prese la sua stessa strada. La ragazza si fermò davanti ad una bottega isolata ed entrò, il giovane sentì un nome: «Émilie Pétit» all’ascolto del nome il ragazzo si mise a chiedere delle informazioni, solo uno conosceva Émilie Pétit. Il ragazzo chiese dove si trovava in quel momento, l’uomo rispose: «È diretta a Venezia, partirà oggi stesso alle 5 del pomeriggio, ma chi è che chiede di lei?». Il ragazzo rispose: «L’uomo che la ama». Arthur andò a fare le valigie e si mise in cammino verso la stazione del treno. Arrivato alla stazione il ragazzo chiese un biglietto ma gli risposero che erano esauriti, il giovane poeta non si arrese e salì di nascosto dentro il treno. Arrivato a Venezia, Arthur entrò in un albergo e alla reception vide la giovane Émilie. La ragazza si allontanò per entrare nella sua stanza. Arthur sentì il numero della stanza di Émilie, era la stanza 436 B. Arrivato davanti alla stanza della ragazza Arthur bussò. La porta si aprì e disse: «Ciao, chi sei?» Arthur rispose: «Sono il ragazzo vicino alla tua stanza», mentendo. Émilie lo fece entrare. I due iniziarono a conoscersi, ma alla ragazza sorge un dubbio, ovvero: «Perché il ragazzo è andato da lei?» Dunque Émilie chiese ad Arthur: «Perché sei qui?» Arthur rispose: «Sono qui perché dal primo momento che ti ho vista non ho smesso di pensare a te…» e dopo un lungo periodo si fidanzarono. Un giorno Arthur compose delle poesie dedicate a Venezia e alle sue grandi meraviglie. Passò qualche mese e Arthur si recò in una gioielleria per comprare un anello per la fidanzata Émilie. Durante la cena nella loro nuova casa, che si affacciava in piazza San Marco, Arthur chiese ad Émilie di sposarlo e lei gli rispose di sì! Dopo tanti preparativi arrivò il giorno e i due si giurarono amore eterno. Passarono degli anni e i due ebbero una bambina di nome Angelica. Quando la ragazza aveva 17 anni viene avvisata che il padre era morto a causa di una malattia. La mamma di Émilie cercò in tutti i modi di togliere quella sofferenza che provava la figlia ma purtroppo il dolore era troppo. Un giorno la ragazza mentre era al mercato sente una voce che le dava delle strane sensazioni, quella voce era quella del ragazzo più bello che la giovane Angelica abbia mai visto. Angelica torna a casa da sua madre e le racconta di quel magnifico ragazzo ma appena tornò vide la madre stesa sul divano allora Angelica va da lei e Émilie gli disse «Grazie per tutto quello che hai fatto», la ragazza affranta dal dolore sta con la madre, sapeva che non sarebbe mai più stata con lei, dopo qualche giorno si svolge il  funerale della madre. Passano mesi e Angelica va al mercato per vedere se quel magnifico ragazzo c’era ancora…appena vide quel volto la ragazza si fece coraggio e gli disse: «Ciao,come ti chiami?» e lui rispose: «Ciao io sono Leonardo e tu?» Angelica rispose: «Io mi chiamo Angelica Dubois», il ragazzo la portò a fare una passeggiata, i due si iniziarono a conoscere. Dopo due anni di fidanzamento Leonardo comprò un anello ad Angelica, la sera Leonardo gli chiede: «Mi vuoi sposare?» e Angelica disse «sì!» ed i due si sposarono.