La leggenda della fondazione di Roma

Alessandro Arcati-Giorgia Diano-classe V B primaria Cannavò

Oggi vi vorremmo parlare di un argomento di storia che ci ha incuriosito molto. Si tratta della leggenda di Roma. Sappiamo che non è un fatto realmente accaduto, ma è per questo che ci ha affascinato così tanto. Rea Silvia era la figlia di Numitore, re di Albalonga. Amulio, per usurpare il trono, uccise i figli maschi del fratello e costrinse Rea Silvia a diventare una vestale e quindi a non avere figli. Ma il Dio Marte si innamorò perdutamente della bellissima fanciulla… da questa unione nacquero due gemelli:  Romolo e Remo. A quel punto Amulio si infastidì e ordinò  ad una serva  di ucciderli ma questa, mossa da pietà, li mise all’interno di una cesta e li abbandonò lungo il fiume Tevere. La corrente li portò fino ai piedi di una grotta, dove una lupa si prese cura di loro, nutrendoli e proteggendoli, finché una famiglia di pastori li trovò e li adottò. Divenuti adulti scoprirono di essere discendenti del  re di Albalonga, e sentirono il desiderio di fondare una propria città. Romolo decise di costruire le mura sul colle Palatino, ma Remo scavalcò le mura del fratello e gli dichiarò  guerra: così Romolo decise di ucciderlo e di diventare il primo re di questa nuova città chiamata Roma.Quello che ci ha colpito in questa leggenda sono due aspetti contrastanti fra loro: la crudeltà di Romolo che ha ucciso il fratello, e la misericordia della serva che, pur non essendo un familiare dei due gemelli, li ha salvati da morte sicura.