SOLUZIONI ADOLESCENZIALI

L’ANSIA DEI RAGAZZI. DA PRESTAZIONE O DA RELAZIONE È PUR SEMPRE ANSIA

Dott.ssa Rosaria Gullo, psicologa-psicoterapeuta

Il termine ANSIA deriva dal latino ‘anxia’ ed indica l’atto di stringere, soffocare o anche di angosciare a fronte di specifiche situazioni.

L’ansia è un’esperienza emotiva che chiunque può sperimentare: bambini, adolescenti e adulti. Essa ha il compito fondamentale di “prevenire”: prepara l’organismo a reagire immediatamente per evitare che la minaccia o il pericolo si realizzino, compromettendo ciò che riteniamo rilevante per la nostra sopravvivenza fisica, la nostra autostima, l’immagine sociale, l’affetto degli altri. Essa può avere una funzione positiva e normalizzante, poiché aumenta la vigilanza e la prontezza, può aiutare a mettere in campo le risorse personali per prepararsi a superare al meglio situazioni ritenute “non controllabili”. Quando, invece, si supera una certa soglia di attivazione, l’ansia e lo stress diventano piuttosto intensi e frequenti e interferiscono con la capacità di attenzione, concentrazione e di memoria.

Nel periodo adolescenziale le forme di disagio legate all’ansia, riguardano principalmente la rappresentazione di sé nelle situazioni sociali, le paure collegate alla morte e ai pericoli e le preoccupazioni circa le performance scolastiche e sportive.

Fino all’inizio dell’adolescenza i figli gravitano sostanzialmente attorno ai genitori, che sono il loro unico punto di riferimento. Con l’entrata della pubertà, essi iniziano ad allontanarsi dall’ambiente protettivo dei genitori, per entrare progressivamente in quella del gruppo dei pari che a questa età ha una forza dirompente sull’adolescente, in quanto essi hanno un enorme bisogno di consenso e di conferma della propria identità in costruzione, e riconoscono in chi gli è simile qualcuno che sta attraversando le medesime difficoltà, trovano conforto negli amici che – a loro dire – possono capirli molto meglio dei genitori, amano passare del tempo con chi ha gli stessi sogni, desideri, amano condividere con i coetanei le proprie paure e i propri entusiasmi, si sentono compresi da chi combatte le stesse battaglie.

Col passare del tempo, avviene qualcosa che per un adolescente ha un fascino particolare: nel gruppo di coetanei, egli scopre un feeling con alcune persone specifiche; dal gruppo nascono le amicizie, le relazioni particolari che gli fanno gustare la bellezza di condividere la propria intimità con qualcuno. È un’esperienza fondamentale per un adolescente, ed è molto importante che i genitori sappiano favorire nei loro figli, sempre con discrezione e senza forzature, la nascita di amicizie profonde, che costituiscono occasioni uniche di maturazione e di crescita. Sono occasioni necessarie per definire meglio la propria identità e sviluppare l’intimità, crescere in autostima, imparare a superare delusioni e frustrazioni.

La metamorfosi della relazione continua ed arriva un momento in cui gli adolescenti scoprono un legame diverso dall’amicizia, che gli fa sperimentare la bellezza dell’unicità: è il momento in cui, spesso dal gruppo degli amici, emerge una persona verso la quale si manifesta un interesse affettivo. I ragazzi “amano” innamorarsi perché quando si sentono scelti si sentono finalmente accettati per quello che sono, capiti veramente.

Le prime cotte e i primi innamoramenti sono un’iniezione formidabile di fiducia per un adolescente. È una fase molto complicata per grandi e piccoli. Ai genitori viene chiesto un cambiamento di rotta per cercare di non ostacolare la nascita di queste prime relazioni particolari nei loro figli. Allo stesso tempo è importante che i ragazzi vengano aiutati a non chiudersi troppo presto in una relazione a due che finirebbe per bloccare il loro sviluppo affettivo.

In questo periodo l’adolescente vive l’amore in modo totalizzante, intenso ed è convinto che non ci sia niente di più importante e che la sua storia durerà per sempre ed ogni volta che qualcosa non va come si aspetta entra in un loop ripetitivo in cui il proprio valore e la stima di sé sembrano le onde di un mare in tempesta. Tra le paure dell’adolescenza ci sono il timore di non piacere, di non essere presi in considerazione, di essere derisi o ignorati. Si parla in questo caso di ansia da relazione

Oggigiorno, infatti, i giovani adolescenti si comportano sempre più come gli adolescenti più grandi, tra loro l’incontro uno-a-uno sta diventando sempre più comune. Tale atteggiamento di chiusura però riduce e influenza negativamente lo sviluppo affettivo e riduce notevolmente il tempo trascorso con gli amici

Gli adolescenti spesso entrano in disaccordo con i genitori riguardo ai loro comportamenti riferiti alla relazione amorosa in cui si trovano. Gli amici, poi, possono risentirsi per il molto tempo che viene passato con un’altra persona, percepita come tanto più importante di loro. Se si dedicano troppo presto a una relazione, possono perdere un’occasione importante di sviluppo sociale e emotivo, che si realizza solo nel contesto delle relazioni con coetanei dello stesso sesso e non di tipo sentimentale.

Compito degli adulti, genitori ed educatori, è dunque quello di monitorare l’ambiente di riferimento dei ragazzi e stabilire con loro un canale di comunicazione su questi temi supportandoli in modo costruttivo, facendo sì, anzitutto, che gli siano chiare le scelte e le possibili conseguenze.